Autoscuola Biella dal 1937
Autoscuola Biella dal 1937
La storia dell’autoscuola è strettamente correlata alla vita del suo fondatore Paolo Biella. Egli nasce a Torino il 23 marzo 1914; dal padre Pietro erediterà la passione per la meccanica e i motori, mentre dalla madre Giuseppina erediterà le doti didattiche e imprenditoriali essendo lei in quegli anni titolare di una scuola di taglio e sartoria.
A quel tempo erano pochissime le auto, ma bisognava agire e, rapidamente, imparare a guidare. Si propone lui stesso all’Autoscuola Tron e poi a quella dell’Aci di Torino. Imparare a guidare e diventare “istruttore di guida” sono priorità di vita per lui. Il giovane è molto apprezzato sul posto di lavoro, ha modi garbati e bella presenza. Va ricordato, a questo proposito, che in quel periodo (1932) un noto regista (Alessandro Blasetti) cercava un ragazzo che rispondesse a quei requisiti ma fondamentalmente sapesse guidare l’automobile. Vedremo quindi il nostro Paolo vestire i panni di “chauffeur” al servizio di Francesca Bertini, diva del momento, nel film “Addio Giovinezza”.
Il giovane Paolo, poco più che ventenne, fiuta il territorio e decide che la provincia di Cuneo può essere la zona giusta. Fa una ricognizione a Bra, Saluzzo, Busca e Costigliole appoggiandosi alle famiglie che in quegli anni gestivano i vari “Caffé della Stazione” e dove la stazione non c’era si appoggiava ai gestori delle varie “Trattorie del Peso”. Con questi procacciatori d’affari riesce a raccogliere l’iscrizione di quindici allievi. La madre mantiene la promessa, gli compera una Fiat 514 e il giovane Paolo, pioniere delle autoscuole della provincia di Cuneo, inizia la sua carriera. Correva l’anno 1937. Matura intanto l’esigenza di una sede a Saluzzo e la trova sotto i portici di Via Piave, vicino all’ospedale. La prima impiegata è la giovanissima Beniamina Levi, che verrà deportata e uccisa nei campi di sterminio nazista durante la guerra.
La benzina ha sempre avuto, nel tempo, alti e bassi di vendita, a volte per scarsa reperibilità e talora perché scarse erano le disponibilità economiche. La necessità aguzza l’ingegno e l’autoscuola che del carburante non può fare a meno, ricorre a sistemi alternativi e utilizza il “gasogeno”. Si tratta di un dispositivo in grado di produrre gas a partire da una massa solida; nel caso dell’auto si produceva dalla combustione della legna: con Kg 2,5 di legna secca si otteneva l’equivalente di 1 litro di benzina. L’aspetto era come se sulla parte posteriore del veicolo fosse appesa una stufetta con un lungo e cilindrico camino, costantemente fumante.
Torniamo all’attività vera e propria dell’autoscuola. Siamo sempre in periodo bellico e l’auto veniva ambiziosamente conservata e per alcuni periodi veniva tenuta in garage, privata dei pneumatici e montata su ceppi di legno, onde evitare che potesse essere requisita.
Le strade erano dissestate; in Valle Varaita i grossi camion della ditta Peduzzi, appaltatrice per la costruzione della mastodontica diga di Pontechianale (1937-1942), vanno e vengono sulla strada sterrata (verrà asfaltata solo nel 1960) Paolo Biella, sempre attento al mercato e all’economia della zona, si porta a Sampeyre dove svolge un vero e proprio corso teorico-pratico, onde poter immettere sulla piazza nuove leve di autisti.
Il monopolio dell’azienda, nella zona del Saluzzese, termina quando nella stessa via Piave compare nel 1950 la prima concorrente che avrà vita breve. Nel 1959 il Codice della Strada si arricchisce di un testo unico delle norme della circolazione; la presentazione avviene a Stresa e l’imprenditore vuole esserci, sapere e aggiornarsi. Radunerà conseguentemente le varie autoscuole per farle partecipi delle novità. Prende corpo la prima associazione fra autoscuole della provincia che diventerà poi associazione regionale, poi nazionale. Viene eletto presidente provinciale e il suo attivismo gli varrà l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica nell’anno 1958.
L’opportunità di conseguire la patente nel luogo di residenza è data anche ai dipendenti della Cartiera Burgo a Verzuolo e della Locatelli a Moretta e ciò procurerà grande fama all’autoscuola Biella. In quello stesso periodo aprono le autoscuole “Lucio” e “Valinotti” e prende vita una vera e propria battaglia concorrenziale.
Nel 1974 giunge prematura la scomparsa dell’amata Palma, moglie e madre esemplare, seguita dopo appena cinque mesi dall’improvvisa dipartita del marito. Oggi i tre giovani uomini sono tutti inseriti nell’azienda di famiglia e, completato il percorso scolastico, si sono arricchiti dei requisiti necessari a conseguire il titolo di istruttore e di insegnante.
La terza generazione di maestri è pronta ad istruire la terza generazione di allievi, i nipoti di quelli che, negli anni Quaranta e Cinquanta, frequentarono via Piave.
A cura di Vera Biella
La storia dell’Autoscuola Biella